La grande sfida del recupero dei rifiuti nello spazio…
in molti sono interessati a liberare l’orbita terrestre dalla spazzatura spaziale e da interi satelliti alla deriva: le agenzie governative, la Nasa e il Dipartimento della difesa Usa utilizzano telescopi terrestri e radar laser per monitorare più di 17.000 detriti orbitali.
Attorno alla Terra orbitano centinaia di milioni di frammenti di spazzatura spaziale che vanno dai trucioli di vernice dei vecchi razzi ai cocci di pannelli solari fino a interi satelliti “morti”…
ma come riuscire a rimuoverli e farlo nella massima sicurezza!?
senza mettere a rischio le missioni spaziali operative oggi e nel prossimo futuro?
Le tecniche impiegate sino ad oggi sono state le più disparate: braccia robotiche, arpioni, reti, etc.
Emilien Fabacher, ricercatore dell’Istituto Superiore dell’Aeronautica e dello Spazio, ha ideato un nuovo sistema per risolvere la questione: una sorta di calamita magnetica.
Questa tecnica di pulizia cosmica avrebbe il vantaggio di poter essere impiegata anche per eventuali aggiustamenti della traiettoria di satelliti in funzione, aiutando così a mantenere la giusta traiettoria dei numerosi ‘occhi’ attorno al nostro pianeta.
L’Agenzia Spaziale Europea sembra ora interessata anche alla nuova proposta del ricercatore su magnetismo e space junk. Pare anzi che l’idea sia nata proprio a seguito di una discussione con gli esperti del centro ESA in Olanda.
La ricerca di Fabacher è iniziata proprio con il tentativo di applicare i modelli di interazione magnetica all’orbita satellitare, progetto finanziato dal Networking/Partnering Initiative dell’ESA.
N.d.R.: che C.E.R. daremo ai nuovi rifiuti recuperati con l’arpione magnetico? Si applicherà ad essi la normativa sui RAEE? Recupero o smaltimento?
Siamo quasi certi che quando ESA e ASI affronteranno queste tematiche la scelta inevitabile sarà quella di lasciare tutto dove si trova!… anche perchè qualcuno potrebbe contestare loro il trattamento non autorizzato di rifiuti.