Oggi come non mai, in questo particolare periodo di emergenza sanitaria che ha coinvolto l’intero emisfero, abbiamo spesso sentito parlare di “smart working” come approssimazione e/o sinonimo equivalente di “lavoro agile”.

Inquadramento dello smart working

Il lavoro agile viene normato dal Capo II dalla Legge n. 81/17; ma nonostante non vi sia un esplicito riferimento allo smart working all’interno della legislazione Italia, esso rientra per definizione nel campo di applicazione del D.Lgs. n. 81/08 – art. 3, comma 10:

A tutti lavoratori subordinati che effettuano una prestazione continuativa di lavoro a distanza, mediante collegamento informatico e telematico […] si applicano le disposizioni di cui al Titolo VII – attrezzature munite di videoterminali – indipendentemente dall’ambito in cui si svolge la prestazione stessa […]”.

Inoltre, anche nella Legge n. 81/17 con l’articolo 22, si trova un chiaro riferimento alla sicurezza sul lavoro:

“Il lavoratore è tenuto a cooperare all’attuazione delle misure di prevenzione e protezione predisposte dal datore di lavoro per fronteggiare i rischi connessi all’esecuzione della prestazione all’esterno dei locali aziendali”.

In periodi di lockdown, forzati o no, l’esigenza di lavorare ancora presso i nostri domicili privati, oggi non è così remota; ma questi ambienti non sono pertinenza dell’azienda, e pertanto, non costituiscono luoghi di lavoro. Tuttavia è bene ricordare l’articolo 20 del D.Lgs. n. 81/08, in cui si legge:

Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza […] conformemente alla sua formazione, alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro”;

e pertanto, il lavoratore deve adottare tutte le precauzioni per non incorrere in rischi connessi all’esecuzione della propria prestazione lavorativa in ambienti diversi da quelli aziendali abituali.

Smart working: misure di prevenzione e protezione

Per quanto detto sino ad ora, secondo noi, è opportuno che tutti i lavoratori, che operano in smart working dal proprio domicilio, applichino tutte le misure di prevenzione e protezione note per il lavoro a videoterminale, di cui riportiamo in breve un riepilogo:

  • evitare di lavorare all’aperto con tablet, smartphone o simili per evitare il rischio di riflessi sullo schermo o di abbagliamento;
  • l’illuminazione con lampada da tavolo deve garantire un illuminamento sufficiente e un contrasto appropriato tra lo schermo e l’ambiente circostante; pertanto, collocare le lampade da tavolo in modo da evitare abbagliamenti diretti o riflessi;
  • privilegiare luoghi ombreggiati per ridurre l’esposizione a raggi UV;
  • evitare di esporsi a condizioni climatiche sfavorevoli quali: freddo e caldo intensi;
  • è opportuno un ricambio d’aria naturale o con ventilazione meccanica, gli impianti devono essere regolarmente manutentati, puliti, etc.;
  • evitare di esporsi a correnti d’aria che colpiscano nuca, gambe, etc.;
  • evitare l’inalazione passiva di fumo di tabacco;
  • utilizzare apparecchi elettrici integri e funzionanti;
  • non collegare tra loro dispositivi o accessori incompatibili, rispettare le indicazioni di tensione e potenza nominale;
  • non effettuare operazioni di riparazione e manutenzione fai da te;
  • effettuare brevi pause per sgranchire le gambe e riposare gli occhi;
  • effettuare esercizi di rilassamento visivo ed esercizi correttivi per le posture.

Non ci resta che augurarvi … buon lavoro!

Fonte immagini: Pixabay

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