fulminazPer via dei processi di separazione delle cariche elettrostatiche, come attrito e nebulizzazione, le gocce d’acqua e le particelle di ghiaccio contenute nelle nubi si caricano elettricamente.  Il fulmine è un fenomeno legato all’elettricità atmosferica e consiste in una scarica elettrica che si genera fra due corpi con una elevata differenza di potenziale elettrico: i fulmini che colpiscono il terreno producono una compensazione della differenza di potenziale tra le cariche elettriche delle nubi e le cariche al suolo.

Gli edifici possono essere soggetti alla scarica di un fulmine con conseguenti danni a persone e cose.

La Valutazione del Rischio da Scariche Atmosferiche è resa obbligatoria dal D.Lgs. 81/08 per tutte le attività lavorative: è obbligo al Datore di Lavoro  di provvedere affinché gli edifici, gli impianti, le strutture e le attrezzature siano protetti dagli effetti dei fulmini (artt. 80 e 84 del D.Lgs. 81/08).

Rischi e danni.

I rischi che possono derivare dai fulmini e dalle sovratensioni di origine atmosferica sono molteplici e di diversa gravità e si può incorrere in:

  • danni alle persone all’interno o in prossimità della struttura.
  • danni alla struttura ed alle attrezzature e eventuale conseguenza di un fermo macchine (danni materiali);
  • guasti dei relativi impianti elettrici ed elettronici.

L’evoluzione della Normativa Tecnica.

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La prima edizione risale al 1984 con la CEI 81-1 -“Protezione contro i fulmini “- mentre nel 2006 il CEI pubblicò la prima edizione della serie normativa EN 62305.

In tempi più recenti, nel 2013, le disposizioni in materia di valutazione del rischio muta; il CEI abroga la guida CEI 81-3  e pubblica la seconda edizione della norma CEI 81-10 (EN 62305), tale norma viene integrata dal Comitato Nazionale 81 con molteplici note di chiarimento.

Nel  febbraio del 2014 l’emanazione della guida CEI 81-29 – “Linee guida per l’applicazione delle Norme CEI EN 62305”- e della guida CEI 81-30 -“Protezione contro i fulmini – Reti di localizzazione fulmini (LLS) – Linee guida per l’impiego di sistemi LLS per l’individuazione dei valori di NG”.  Scopo di quest’ultima quello di individuare, in assenza di normativa internazionale, le caratteristiche delle reti LLS, citate nella norma CEI 81-10/2 (EN 62305-2), affinché i dati ottenuti da queste reti potessero essere utilizzate nell’analisi del rischio prevista nella citata norma.

Nel 2015 la Guida  CEI 81-30 viene sostituita dalla norma armonizzata EN 62858:2015“Lightning density based on lightning location systems – General principles”.

Dunque la norma tecnica da utilizzare per valutare il rischio di fulminazione è la CEI EN 62305 a seconda del tipo di edificio, esistente o nuovo, sarà possibile definire se gli edifici stessi sono autoprotetti o no:images 2

  • per gli edifici esistenti ove la valutazione del rischio di fulminazione era già stata effettuata in base alle norme tecniche a suo tempo in vigore (es. CEI 81-1 e CEI 81-4), oggi la norma CEI EN 62305 impone al Datore di Lavoro di effettuare nuovamente la valutazione al fine di individuare (e realizzare) tutte le misure di protezione necessarie a ridurre i rischi a valori non superiori a quelli ritenuti tollerabili .
  • 4per gli edifici nuovi: la valutazione del rischio di fulminazione dev’essere effettuata in base alla norma tecnica è la CEI EN 62305. Nel caso in cui gli edifici non risultino essere auto protetti nei confronti delle fulminazioni, la norma stessa definisce anche i sistemi di protezione che il Datore di Lavoro deve adottare.

Se l’esito della valutazione del rischio di fulminazione:

  • ha valori al di sotto del “rischio tollerabile” l’edificio è AUTOPROTETTO, non si devono adottare particolari misure di prevenzione e protezione.
  • ha valori al disopra del “rischio tollerabile l’edificio NON AUTOPROTETTO “, il datore di lavoro deve adottare misure di prevenzione e protezione da scariche atmosferiche, riducendo il rischio a valori accettabili secondo la norma vigente e/o dev’essere previsto un progetto di protezione contro i fulmini.

 

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