RIFIUTI: STOP DALLA CINA, LE DISCARICHE CROLLANO.. ECONOMIA CIRCOLARE A RISCHIO!?

Crollano le discariche che fanno economia
Sempre più spesso arrivano notizie Ansa molto simili tra loro, forse, cambia solo il nome del Paese:

  • 20 /02/ 2018 – Mozambico : crollo “montagna” di rifiuti, diciassette i morti;
  • 01 /09/ 2017 – Nuova Delhi: crolla una montagna di spazzatura, due le vittime;
  • 17 /04/2017 – Sri Lanka: gigantesca montagna di rifiuti crolla su baraccopoli, sedici i morti;
  • 12 /03/ 2017 – Etiopia: enorme massa di rifiuti travolge abitazioni, quarantasei i morti.

Tutte hanno in comune diversi aspetti:

  • le enormi quantità di materiale accatastato;rifiuti 3
  • tutti in quartieri poverissimi dove ogni giorno centinaia di persone di tutte le età, bambini compresi, camminano e si arrampicano sulla collina di spazzatura cercando cibo ma anche oggetti da vendere;
  • la causa viene imputata alle forti piogge cadute null’ultimo periodo nella regione;
  • il tutto è avvenuto improvvisamente;
  • esistono varie denunce del quartiere tipo: “Sono più di dieci anni che la discarica avrebbe dovuto essere chiusa perché era piena, ma ha continuato a riempirsi di rifiuti”.

La Cina semina scompiglio nel mondo rifiuti.
Mentre accade questo, la Cina, primo destinatario mondiale di rifiuti da riciclare, vieta per motivi ecologici l’importazione di 24 categorie di rifiuti solidi: non sarà più permesso l’import di rifiuti da riciclare aventi uno “scarto” superiore allo 0,03% in peso. Un divieto entrato in vigore il primo gennaio e che diventerà operativo dal 1° marzo 2018.
La decisione di Pechino che ha ed avrà di certo importanti conseguenze non solo per gli Stati Uniti ma anche per l’Unione Europea che inviavano in Cina più della metà delle proprie esportazioni di rifiuti.

Quale collocazione avranno  tutti questi materiali? E’ a rischio la nascenscenario criticote “Economia Circolare”?
Discariche o inceneritori?  Tutto ciò a quali costi?
L’Italia e tutta l’Unione Europea dovranno cercare soluzioni alternative, e dovranno farlo in tempi brevi!

Quale sarà la situazione in Italia?
Di discariche non se ne vogliono più anzi si vorrebbero chiudere quelle attive!
Nonostante la normativa europea chieda da oltre 20 anni che la discarica diventi un’opzione residuale nella gestione dei rifiuti e che venga fatta prevenzione, riduzione, riuso e recupero, riciclaggio, il nostro Paese continua a rimanere ancorato alla discarica.
A maggio 2017 la Commissione Europea, constatando il mancato risanamento di 44 siti, ci ha deferiti alla Corte di Giustizia dell’UE per il problema dei rifiuti e la sua gestione: per tanti una notizia attesa e di certo non nuova.

Profezia di uno scenario critico.
Il concetto di “zero rifiuto” può ad oggi sembrare un’utopia, visti i continui flussi di conferimento e le limitate capacità di stoccaggio dei siti già attivi, la lentezza della burocrazia, nel rilasciare nuove concessioni, e la lentezza dei legislatori ad aggiornare e armonizzare la spesso confusa e contradittoria normativa in materia di rifiuti.
Tutto ciò premesso molti paventano il rischio, oggi, di un blocco dell’intero sistema della Gestione Rifiuti con il conseguente tipico ricorso italico a soluzioni fantasiose ma a dire il vero “poco legali” con imprevedibili risvolti ambientali, sulla salute pubblica e sulla “eco-sostenibilità” delle produzioni “made in Italy”.

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