INAIL, mediante il Sistema di sorveglianza degli infortuni mortali, ha elaborato i dati riguardanti gli infortuni mortali accaduti nell’arco temporale 2002-2012 a causa di agenti chimici (“Il rischio chimico”). I casi analizzati hanno riguardato sia situazioni di esposizione dei lavoratori ad agenti chimici aventi proprietà tali da comportare un rischio per la salute dell’addetto sia situazioni di esposizione ad agenti con proprietà chimico-fisiche tali da comportare un rischio per al sicurezza.

Le tipologie di incidente individuate sono state così ripartite:

  • 44,7%: infortuni mortali a causa di incendi o esplosione con sviluppo di fiamme;
  • 24,2%: infortuni dovuti ad esposizioni per inalazione o per contatto;
  • 14,4%: infortuni avvenuti per proiezioni di solidi a causa di esplosioni senza sviluppo di fiamme;
  • 12,2%: fuoriuscita dai sistemi di contenimento;
  • 4,5%: contatto a seguito di caduta.
Incendi ed esplosioni

Il 55% degli infortuni dovuti ad incendio ed esplosione è dovuto ad un’interazione tra errate procedure di lavoro ed un fattore quale, ad esempio, attrezzature di lavoro non adeguate, assenza dei requisiti necessari di sicurezza negli ambienti di lavoro, DPI non forniti o non usati, caratteristiche di pericolosità degli agenti a causa della loro natura, trasformazione o stoccaggio.

Il 24% degli infortuni è dovuto a procedure lavorative errate, mentre il 13% degli infortuni avviene a causa di una combinazione tra ambienti di lavoro e attrezzature non adeguate; il rimanente 8% è interessato da singoli fattori come attrezzature di lavoro, materiali e ambiente di lavoro.

Incendi ed esplosioni - le cause

Contatto con agenti chimici

Gli infortuni mortali dovuti ad esposizione inalatorie o cutanee sono dovuti, per il 59% dei casi, alla combinazione di errori procedurali (come carenza d’informazione, formazione ed addestramento e vigilanza) ed assenza di DPI e materiali pericolosi per la loro natura, ambienti senza i requisiti necessari di sicurezza ed attrezzature di lavoro inadeguate. Il 24% degli infortuni è dovuto alla presenza contemporanea di criticità riconducibili a DPI, materiali usati, ambienti ed attrezzature di lavoro.

Il 20% riguarda fattori singoli come procedure errate (9%), mancanza o non utilizzo di DPI, attrezzature usate, caratteristiche di pericolosità dei materiali ed ambiente di lavoro (11%)

In particolare, il 52% dei decessi è avvenuto per contatto con agenti chimici in infortuni collettivi (fuoriuscita di agenti chimici e cadute in vasche contenenti liquidi corrosivi/liquidi), mentre il 72% ha riguardato infortuni mortali in ambienti confinati (vasche, serbatoi, pozzi, autoclavi, condutture, pozzetti di ispezione, stive, container); nella maggior parte dei casi, sopraggiunge la morte non solo del lavoratore che compie le operazioni con gli agenti chimici, ma anche della prima persona che generalmente lo soccorre, privo dei sistemi di protezione necessari.

Contatto con agenti chimici - le cause

La normativa italiana

Il rischio chimico è normato al Titolo IX “Sostanze pericolose” del D. Lgs. 81/2008 e s.m.i.: qui si trovano i requisiti minimi per la prevenzione e protezione, le misure di tutela generali (art. 224) e specifiche (225) da adottare. Il Titolo XI “Protezione da atmosfere esplosive” fornisce, in maniera analoga, indicazioni riguardanti la misure da attuare per la salvaguardia dei lavoratori che operano in condizioni di sviluppo di atmosfere esplosive.

Le misure tecniche, organizzative e procedurali essenziali da adottare sono le seguenti:

  • sostituzione di agenti pericolosi con altri non pericolosi;
  • progettazione di processi lavorativi e controlli per uso, manipolazione, trasporto, stoccaggio e smaltimento di agenti chimici;
  • uso e manutenzione di attrezzature idonee allo svolgimento del compito;Informazione, formazione ed addestramento
  • adozione di misure organizzative idonee;
  • adozione di sistemi di protezione collettivi ed uso di DPI idonei quando necessari;
  • predisposizione di misure per la gestione delle emergenze;
  • controllo sull’applicazione delle procedure;
  • in caso di presenza di sostanze infiammabili, evitare fonti di accensione e limitare mediante misure procedurali ed organizzative gli effetti derivanti da incendi ed esplosioni;
  • informazione, formazione ed addestramento.

In merito al rischio chimico, leggi anche il nostro articolo: Rischi specifici: quali sono e come si valutano?

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